Tifo assordante, sorrisi e abbracci, il tutto coronato da un piccolo momento di raccoglimento prima
del calcio d’inizio: questa è Dads United - The Last Dance, il “derby della primaria”. Iniziata la
partita, però, sono stati messi da parte i convenevoli: la sfida vale il primo posto nel girone.
La partita inizia lenta, con le squadre che si studiano e non affondano; la sblocca The Last Dance che
si porta (non senza fatiche) a +3. Come di consueto, i Dads United sono un diesel e carburano
lentamente, ma alla fine affondano: con azioni precise e ragionate, creano e sfruttano al meglio le
occasioni chiudendo la prima frazione di gioco col fiato sul collo degli avversari. Il secondo tempo si
apre con i The Last Dance che provano l’allungo ma si scontrano con la tenacia dei Dads United che
non vogliono lasciare nulla di intentato; la partita si surriscalda, l’amicizia latita, i giocatori che prima
si davano del tu adesso si danno del lei… c’è odore di tafferuglio! Per fortuna, un pallone calciato
con forza fuori dal campo rimette le cose apposto: la breve sosta che ne consegue per recuperare
l’elemento imprescindibile per proseguire il gioco, tranquillizza le squadre e stempera gli animi. Il
resto è storia: The Last Dance vince 9-5 e chiude al primo posto il girone (per loro ci saranno i pulcini
in semifinale) mentre i Dads United sfideranno le Coccinelle. Degni di nota, Carlo Altomare e Ugo
Gnisci hanno messo a segno una tripletta ciascuno, Matteo Mazzocchi top scorer per i Dads United.
Parola ai capitani:
Giulio Ricci (Dads United) – “C’è rammarico: potevamo e dovevamo fare di più e meglio, anche se
siamo stati comunque bravi a sfruttare le nostre occasioni. Il risultato finale non rispecchia la nostra
reale prestazione: non siamo così distanti, e abbiamo tutta l’intenzione di dimostrarlo.”
Francesco Ferrante (The Last Dance) - “Incontro molto sentito, a tratti anche troppo; è sempre
difficile conciliare affetti e competizione ma ne è uscita una bellissima partita. Dobbiamo recuperare
le energie fisiche e soprattutto mentali; si entra nel vivo del Torneo ed ogni dettaglio può fare la
differenza.”
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